====== LEZIONE 3 (IN ATTESA DI REVISIONE) ======
===== Riassunto lezione precedente =====
Nella precedente lezione è stata definita la matrice N, costituita dalle tre funzioni di forma N1, N2 e N3, con la quale è stato possibile legare lo spostamento lungo X ed Y di un generico punto interno all’elemento triangolare agli spostamenti nodali dello stesso.\\ \\
$$ \begin{bmatrix}
u(x,y))\\ v(x,y))
\end{bmatrix} = \begin{bmatrix}
N_1(x,y) & 0 & N_2(x,y) & 0 & N_3(x,y) & 0 \\
0 & N_1(x,y) & 0 & N_2(x,y) & 0 & N_3(x,y)
\end{bmatrix} \begin{bmatrix}
u_1\\ v_1
\\ u_2
\\ v_2
\\ u_3
\\ v_3
\end{bmatrix} $$\\ \\
Che nel caso tridimensionale diventa:\\ \\
$$ \begin{bmatrix}
u(x,y))\\ v(x,y))\\ w(x,y)
\end{bmatrix} = \begin{bmatrix}
N_1(x,y) & 0 & 0 & N_2(x,y) & 0 & 0 & N_3(x,y) & 0 & 0 \\
0 & N_1(x,y) & 0 & 0 & N_2(x,y) & 0 & 0 & N_3(x,y)& 0 \\
0 & 0 & N_1(x,y)& 0 & 0 & N_2(x,y)& 0 & 0 & N_3(x,y) \\
\end{bmatrix} \begin{bmatrix}
u_1
\\ v_1
\\ w_1
\\ u_2
\\ v_2
\\ w_2
\\ u_3
\\ v_3
\\ w_3
\end{bmatrix} $$\\ \\
Con ω spostamento lungo l’asse Z.\\ \\
**Nota**: è possibile considerare ulteriori gradi di libertà oltre agli spostamenti nodali, inserendo righe nel vettore __δ__ e lo stesso numero di colonne nella matrice __N__. \\
$$ \begin{bmatrix}
u(x,y))\\ v(x,y))
\end{bmatrix} = \begin{bmatrix}
N_1(x,y) & 0 & N_2(x,y) & 0 & N_3(x,y) & 0 & U_3\\
0 & N_1(x,y) & 0 & N_2(x,y) & 0 & N_3(x,y) & V_3
\end{bmatrix} \begin{bmatrix}
u_1\\ v_1
\\ u_2
\\ v_2
\\ u_3
\\ v_3
\\ \xi
\end{bmatrix} $$ \\ \\
===== Introduzione =====
Consideriamo ancora l’equilibrio dell’elemento triangolare tre nodi:\\ \\
{{ :wikipaom2016:fig_1.jpg?200 |}}\\ \\
L’elemento triangolare può essere soggetto a carichi di diversa natura:\\
* Carico distribuito di superficie (Sx, Sy);\\
* Carico distribuito di volume (qx, qy);\\
* Carico distribuito di spigolo ( solitamente non considerato);\\
* Carico concentrato nodale (Px, Py) che nel caso bidimensionale coincide con i carichi di spigolo;\\ \\
===== Equilibrio del sistema =====
Ipotizziamo che il nostro sistema abbia comportamento lineare, ossia valgano le seguenti condizioni:\\
* //Scalabilità degli effetti//: l’uscita (output) del nostro sistema, sarà direttamente proporzionale all’ingresso applicato (input).\\ \\
{{ :wikipaom2016:fig_2.jpg?300 |}}\\ \\
* //Componibilità degli effetti//: in presenza di più sollecitazioni la risposta complessiva del sistema può essere vista come somma delle risposte alle varie sollecitazioni prese singolarmente;\\
{{ :wikipaom2016:fig_3.jpg |}}\\ \\
$ \delta = \delta P + \delta Q $\\ \\
Sotto queste ipotesi è possibile applicare il //Teorema dei Lavori Virtuali//. Definiamo un vettore degli spostamenti virtuali δ__u__ con $$ \delta _\underline{u} = \begin{bmatrix}
\delta u_1
\\ \delta v_1
\\ \delta u_2
\\ \delta v_2
\\ \delta u_3
\\ \delta v_3
\end{bmatrix} $$
\\
Se il sistema è in equilibrio, per ogni δ__u__, la somma dell’energia potenziale dovuta ai carichi e dell’energia potenziale elastica del sistema è nulla.\\ \\
$ \delta U_f + \delta U_e = 0 $
\\ \\
Oppure, considerando al posto dell’energia potenziale il lavoro svolto dai carichi:\\ \\
$ \delta W_f = -\delta U_f $
\\
===== Energia potenziale elastica =====
Nel caso tridimensionale l’energia potenziale elastica assume la seguente forma:\\ \\
$$ U = \frac{1}{2} \int_{V} \begin{bmatrix}
\sigma_x & \sigma_y & \sigma_z & \tau_{xy} & \tau_{xz} & \tau_{yz}
\end{bmatrix}\begin{bmatrix}
\varepsilon_x \\ \varepsilon_y
\\ \varepsilon_z
\\ \gamma_{xy}
\\ \gamma_{xz}
\\ \gamma_{yz}
\end{bmatrix} dV $$ \\ \\
Che può essere ridotta, nel caso bidimensionale di **Tensione Piana** e **Deformazione Piana**, alla forma seguente:\\ \\
$$ U = \frac{1}{2} \int_{V} \begin{bmatrix}
\sigma_x & \sigma_y & \tau_{xy}
\end{bmatrix}\begin{bmatrix}
\varepsilon_x \\ \varepsilon_y
\\ \gamma_{xy}
\end{bmatrix} dV $$
\\ \\
La relazione esistente tra spostamenti virtuali e deformazioni virtuali, da essi indotte, può essere scritta come:\\ \\
$ \delta \underline{u} \rightarrow \delta \underline{\varepsilon} = \underline{\underline{B}} \ \delta \underline{u} $\\ \\
Dove $ \underline{\underline{L}} \ \underline{\underline{N}} = \underline{\underline{B}} $\\ \\ e $$ \underline{\underline{L}} = \begin{bmatrix}
\frac{\partial }{\partial x} & 0 \\
0 & \frac{\partial }{\partial y} \\
\frac{\partial }{\partial x} & \frac{\partial }{\partial y}
\end{bmatrix} $$
\\ \\
Possiamo dunque definire la variazione di energia potenziale elastica:\\ \\
$ \delta U = \int_{V} \underline{\sigma}^T \delta \underline{\varepsilon} \ dV $\\ \\
Con $$ \underline{\sigma}^T = \begin{bmatrix}
\sigma_x & \sigma_y & \sigma_z & \tau_{xy} & \tau_{xz} & \tau_{yz}
\end{bmatrix} $$
e $$ \delta \underline{\varepsilon} = \begin{bmatrix}
\delta \varepsilon_x \\ \delta \varepsilon_y
\\ \delta \varepsilon_z
\\ \delta \gamma_{xy}
\\ \delta \gamma_{xz}
\\ \delta \gamma_{yz}
\end{bmatrix} $$\\
===== Lavoro dei carichi esterni =====
* **Lavoro concentrato ai nodi**:\\ \\
$ \delta W_p = P_{x1} \delta u_1 + P_{y1} \delta v_1 + P_{x2} \delta u_2 + P_{y2} \delta v_2 + P_{x3} \delta u_3 + P_{y3}\delta v_3 =
\underline{P}^T \delta\underline{u} $ \\ \\
con $$ \underline{P}^T = \begin{bmatrix}
P_{x1} & P_{y1} & P_{x2} & P_{y2} & P_{x3} & P_{y3}
\end{bmatrix} $$
\\ \\
Dove Px e Py sono le componenti dei carichi nodali e δu e δv gli spostamenti virtuali nodali.\\ \\
* **Lavoro delle forze di superficie**:\\ \\
$ \delta W_s = \int_{sup} (S_x \delta u(x,y) + S_y\delta v(x,y))dS $= \\
$$ =\ \int_{sup} \begin{bmatrix}
S_x(x,y) & S_y(x,y)
\end{bmatrix}\begin{bmatrix}
\delta u(x,y)\\
\delta v(x,y)
\end{bmatrix} dS $$ = $ \ \int_{sup} \underline{S}^T(x,y) \underline{\underline{N}}(x,y)\delta\underline{u}dS $=$ \delta W_s = \delta\underline{u}\int_{sup} \underline{S}^T(x,y) \underline{\underline{N}}(x,y)dS $=$ \delta W_s = \underline{F}^T_s \delta\underline{u} $\\ \\
In cui FsT sta ad indicare un vettore di forze ai nodi “//energeticamente//” equivalenti alle forze di superficie agenti sull’elemento. Tramite questo espediente, infatti, si è riuscito a “//tradurre//” dei carichi superficiali in carichi/forze ai nodi, rendendo il tutto di più facile lettura e facilitando così le successive operazioni.\\
Per chiarire le idee, supponiamo di avere un lato (lato __23__) del nostro elemento triangolare soggetto ad un carico distribuito (di superficie) costante che scomponiamo nelle due componenti Sx ed Sy lungo gli assi. Il lato ha lunghezza l e l’elemento ha spessore t. Si può notare, andando a graficare l’andamento delle funzioni di forma N1, N2 e N3 esclusivamente per il suddetto lato, che, come noto, N2 cresce linearmente dal vertice 3 al vertice 2: essa infatti è nulla in 3 ed unitaria in 2; lo stesso per N3: in 2 assume valore nullo mentre in 3 ha valore pari ad uno. Notare inoltre che N1 è identicamente nulla per ogni punto del lato __23__ ( N ha comportamento rettilineo lineare ed essendo N1 nulla sia in 2 che in 3, deve per forza essere nulla anche nei punti compresi).\\ \\
{{ :wikipaom2016:fig_456.jpg |}}\\ \\
Andiamo ora a determinare il vettore FsT nella pratica:\\ \\
$$ \underline{F}_s = \int_{sup.\bar{23}} \begin{bmatrix}
S_x(x,y) & S_y(x,y)
\end{bmatrix}\begin{bmatrix}
N_1(x,y) & 0 & N_2(x,y) & 0 & N_3(x,y) & 0 \\
0 & N_1(x,y) & 0 & N_2(x,y) & 0 & N_3(x,y)
\end{bmatrix}dS_\bar{23} $$
\\ \\
Si può immediatamente notare che si tratta di un vettore di sei elementi, dato che deriva dal prodotto matriciale tra __S__T che è una 1x2 ed __N__ che è una 2x6: il primo elemento rappresenta la componente del carico al nodo 1 equivalente (al carico di superficie), in direzione X; il secondo la componente del carico al nodo 1 equivalente, in direzione Y; il terzo la componente del carico al nodo 2 equivalente, in direzione X e così via per gli altri tre elementi di __F__sT, fino al nodo 3. Il tutto si può facilmente osservare andando a determinare analiticamente, elemento per elemento, il vettore __F__sT.\\ \\
**Elemento 1**: $ \underline{F}_s = \int_{sup.\bar{23}} (S_xN_1 + S_y0)dS_\bar{23} $\\ \\
**Elemento 2**: $ \underline{F}_s = \int_{sup.\bar{23}} (S_x0 + S_yN_1)dS_\bar{23} $\\ \\
**Elemento 3**: $ \underline{F}_s = \int_{sup.\bar{23}} (S_xN_2 + S_y0)dS_\bar{23} $ cioè $\underline{F}_s = S_x \int_{sup.\bar{23}} N_2 dS_\bar{23}$ \\ \\
Andando a sostituire l’integrale di N2 sulla superficie con la media integrale di N2 sul lato __23__ che vale un mezzo e considerando //d//__sup__ = t·l otteniamo:\\ \\
$ \underline{F}_s = \frac{l}{2}tS_x $\\ \\
Seguendo lo stesso procedimento e facendo le stesse ipotesi si ottengono in maniera analoga gli elementi 4, 5 e 6 del vettore FsT. In parole povere possiamo dire che un nodo si prende metà del carico distribuito (sotto forma di carico nodale) mentre l’altro si prende l’altra metà del carico, a lui più vicino.\\ \\
{{ :wikipaom2016:fig_7.jpg?300 |}}\\ \\
{{ :wikipaom2016:fig_9.jpg?200 |}}\\ \\
{{ :wikipaom2016:fig_8.jpg?200 |}}\\ \\
Prendiamo ora come esempio un carico superficiale distribuito in maniera non uniforme (ad esempio una tipica distribuzione a farfalla dovuta a sollecitazione flettente): per note proprietà geometriche le risultanti dei carichi, aventi modulo pari a P·l/2·t·1/2, si troveranno a 2·l/3 dal punto in cui il carico risulta nullo, come può notarsi dalla figura:\\ \\
{{ :wikipaom2016:fig_10.jpg |}}\\ \\
L’equivalenza nodale nel caso di carichi superficiali non uniformi __non vale__: infatti, osservando la figura, si vede che "//traducendo//" il carico distribuito in carico nodale, si incorre in una parziale sovrastima dei momenti, andando con questa operazione a variare i bracci delle risultanti.\\ \\
* **Lavoro delle forze di volume**:\\ \\
$\delta W_{vol} = \int_{Vol.} (q_x(x,y) \delta u(x,y)+q_y(x,y) \delta v(x,y))dV$=\\ $$\ \int_{Vol.} \begin{bmatrix}
q_x(x,y) & q_y(x,y)
\end{bmatrix}\begin{bmatrix}
\delta u \\ \delta v
\end{bmatrix}dV$$\\ \\
In maniera analoga al caso superficiale precedente, considerando il vettore degli spostamenti infinitesimi come prodotto tra la matrice __N__ ed il vettore δ__u__ e portando fuori quest’ultimo dall’operatore integrale (essendo un vettore costante), otteniamo rispettivamente:\\ \\
$$\delta W_{vol} = \int_{Vol.} (\begin{bmatrix}
q_x(x,y) & q_y(x,y)
\end{bmatrix}\underline{\underline{N}}(x,y) \delta \underline{u})dV$$ = $$\ \delta \underline{u} \int_{Vol.} (\begin{bmatrix}
q_x(x,y) & q_y (x,y)
\end{bmatrix}\underline{\underline{N}}(x,y) )dV$$
=$ \ \underline{F}^T_v \delta\underline{u} $\\ \\
Otterremmo dunque un vettore FvolT anch’esso di sei elementi.\\
Per esempio:\\ \\
{{ :wikipaom2016:fig_12.jpg?300 |}}